Lo sviluppo sostenibile viene da lontano (se ne parla dagli anni settanta), da vent’anni ha raggiunto anche l’economia, a partire dalla responsabilità sociale d’impresa, ma il quadro di riferimento, esteso, rimane disordinato e confuso, per ragioni su cui non ci si può diffondere in questa sede. Come noto, la sostenibilità guarda sia al benessere delle persone, sia alla preservazione dell’ambiente: su queste premesse sono stati sviluppati i cosiddetti criteri ESG (Environment, Social, Governance). Mentre i primi due fattori rappresentano la protezione diretta di beni giuridici (ambiente, vita, incolumità e salute), il terzo è uno strumento di tutela mediato, ma empiricamente efficace: un’adeguata organizzazione, con membri indipendenti, rappresentativi delle diversità, controlli efficaci e limitazioni dei poteri, è tra i primi “anticorpi” contro derive gestorie che possano compromettere altri interessi.
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